di Paola Sanginesi
Inizia un nuovo viaggio; l’uomo è un viaggiatore per natura, si è spostato fisicamente da sempre conquistando nuove terre e ricercando una posizione sempre più comoda e adatta a se’, spesso non tenendo conto che ogni spostamento avrebbe dovuto rappresentare la ricerca di qualcosa di più profondo che non quella di migliorare solamente la sua esistenza materiale. Ha varcato confini, o meglio, ha creato confini da varcare e muri da abbattere come se questo pianeta l’avesse privato della sua libertà. Da quando? Perché? Per conquistare cosa? Ora il vero viaggio, la vera ricerca è la riconquista di ciò che si è perduto, ovvero, di ciò che si è lasciato andare tendendo la mano ad un cambiamento illusorio. L’uomo ha lasciato andare la sua vera essenza per rincorrere orizzonti fallibili, creando attriti, spargendo odio e fame di conquista, dimenticando che tutto gli appartiene. Ha dissipato l’unica ricchezza che l’avrebbe reso divino creando divinità all’esterno di se’, prostrandosi ad esse e lasciando che quest’ultime lo distruggano definitivamente; Dei predatori di anime e corpi, Dei del peccato, Dei della povertà, Dei dell’ingiustizia, Dei della finanza, Dei del falso benessere, Dei della colpa e dell’illusione. L’Umano ha bisogno di liberarsi dal peccato creato coscientemente da un DIO/SISTEMA che agisce in ogni anima come un magma venefico.Il mio rammarico e la mia pena è che, pur essendo totalmente evidente che questo pianeta si trova in uno stato di degrado e di sfruttamento che inevitabilmente di qui a breve lo porterà al collasso, la maggior parte delle coscienze non è in grado di vedere e di ribellarsi. Chi invece è attento nell’osservazione e nell’analisi e tenta un qualsiasi intervento volto all’arresto di tale ignominiosa distruzione ambientale, viene inevitabilmente tacitato o gambizzato da un sistema che non ha nulla da invidiare alla più invasiva neoplasia. Le spartizioni innaturali e lo sfruttamento incondizionato e disequilibrato del nostro habitat ci sta portando al collasso. L’umanità è stata defraudata nei secoli del suo habitat in nome di una ricchezza astratta volta allo sfruttamento dei molti per il beneficio di pochi lestofanti. A partire dal mondo della finanza, fino a giungere alla sanità, alla nutrizione ed ai più naturali ed umani bisogni, tutto è mosso e coordinato in modo da usurpare un patrimonio che naturalmente ci appartiene. E’ quindi necessario chiederci quando sia iniziato questo furto; come si continua a perpetrarlo, e come possa essere possibile operare un serio cambiamento. A dirla tutta, come difenderci da un nemico subdolo al quale non riusciamo a dare un nome, un’immagine o un’identità corporea.
La pericolosità di questo nemico è proprio nell’impossibilità di identificarlo in un corpo; ne possiamo solamente immaginare la personalità che si palesa come quella di un razziatore senza scrupoli che utilizza armi non solo materiali, ma psicologiche ed altamente scientifiche, che ci colpiscono in ogni istante della nostra esistenza. Quando è iniziata la fine mi è ben chiaro, sicuramente da quando un uomo ha desiderato di appropriarsi e gestire l’intero patrimonio e mi è chiaro anche come sia riuscito a farlo: creando un’Entità Divina al di fuori di se stesso alla quale dare responsabilità e potere d’azione su anime e corpi. Quell’uomo si è preso poi per se il potere di poter essere il mediatore fra la volontà di un Dio astratto – che è solamente il suo alter-ego e la sua sete di conquista – e l’umanità, riuscendo a soggiogare tutte le coscienze da sottomettere al proprio volere. Le religioni che noi conosciamo e dalle quali ci lasciamo supinamente ed ingenuamente guidare, non sono altro che il frutto di una tattica politica che conosce e sfrutta pienamente i limiti dell’essere umano. L’uomo per sua natura è un gregario e come tutti gli animali gregari ha bisogno di avere un capo branco scelto fra quelli più forti, più preparati, più intelligenti, comunque colui che è l’aggregante fra tutti e che riesca ad assicurare con le sue qualità la sopravvivenza dell’intero branco e quando, vuoi per vetustà o per l’avvento di qualcuno più dotato, sappia per il bene dell’intero branco, tirarsi da parte.
Questo dovrebbe essere il corso naturale delle cose ma, questo venefico schema pseudo religioso ha fatto si che uomini, forti solamente della loro brama di potere e di danaro (con il quale hanno potuto e saputo comprare compagni e manovalanza altrettanto meschini), hanno deliberatamente ostacolato il naturale sviluppo dell’anima umana.
Questo schema è stato sfruttato e continua ad essere sfruttato tutt’oggi non solo dalle religioni, che oramai almeno nel mondo occidentale hanno perduto gran parte del loro potere spirituale, ma dal mondo della politica e della finanza ad oggi vero dio che muove, decide, regola e distrugge anche le leggi di Madre Natura.
Chi può effettivamente essere padrone o conoscitore della verità? E’ bene porsi questa domanda se si vuole realmente comprendere che cosa sta accadendo intorno a noi. La verità su Dio, la verità sulla storia e la verità del presente è assolutamente arbitraria. Nessuno può onestamente dichiarare di conoscere la verità su Dio; nessuno può sapere con assoluta sicurezza come sono realmente accaduti fatti storici, anche quelli dell’immediato passato, perché la storia l’ha scritta sempre il vincitore; nessuno può avere la sicurezza ormai di leggere una notizia veritiera su un qualsiasi giornale visto che il potere assolda scribacchini e lacchè; nessuno, se onesto con se stesso, sta cercando la VERITA’. Per quanto riguarda Dio, le verità sono tante! Ogni credo religioso ne ha una e mi chiedo quale di queste professioni di fede mi possa assicurare, con matematica precisione, di esserne depositaria. I cristiani mi dovranno convincere con prove certe dell’esistenza di un paradiso, di un inferno, della resurrezione della carne, della vita dopo la morte, del perdono dei peccati e quant’altro; i musulmani dovranno convincermi che oltre la morte ben quaranta vergini saranno a disposizione del martire di Dio; gli ebrei dovranno faticare a trovare prove certe dell’esistenza di un unico Dio che parla ai suoi profeti; gli induisti dovranno adoperarsi a presentarmi Rama, Krishna e Visnu e tutto il numeroso seguito delle altre divinità. L’unica verità che riesco a percepire da tutto questo è che siamo divisi, separati da visioni, settarizzati e veicolati da egregore create dalla mente umana ed ogni egregora nel tempo, ha sviluppato poteri enormi e ha plasmato a suo piacimento miliardi di uomini.
Fu Giovenale a coniare questo sistema, meccanismo di potere influentissimo sulle masse romane. “Panem et Circenses”, letteralmente “pane e giochi” era la formula del benessere popolare e quindi politico: distribuzione di generi alimentari, bagni e terme pubbliche da un lato; gladiatori, belve esotiche, corse coi carri, competizioni sportive e rappresentazioni teatrali dall’altro lato. Un vero strumento in mano agli Imperatori per sedare i malumori popolari, che col tempo ebbero voce proprio in quei luoghi di spettacolo. Al posto di terme, gladiatori e quant’altro citato, ora abbiamo reti televisive che, ventiquattro ore su ventiquattro, ci distraggono dalla realtà e ci propinano notiziari atti a creare ansie e paure, reality, campionati di calcio, varie e sempre più violente competizioni sportive, droghe per sedare i giovani che da sempre in passato sono stati la spinta al cambiamento; tutti strumenti efficacissimi per mantenere buone e cieche le masse. E per farci sentire di poter valere qualcosa gli basta creare uno “status simbol”, il fantasma di noi stessi, l’ “io” virtuale con il quale affrontare qualsiasi mancanza e sentirsi comunque “qualcuno che conta”. Ne sono passati di secoli, eppure sembra che quasi nulla sia cambiato. Invece qualcosa di molto importante è cambiato, sono cambiati gli habitat. Finchè il fabbisogno di energia era limitato e senza padroni i territori non subivano i violenti e distruttivi cambiamenti che ora vediamo e viviamo. Il profitto divenne ed è tutt’ora l’unico impulso che muove la realtà sociale, mentre la coscienza dell’equilibrio, il do ut des fra uomo e natura, è inevitabilmente relegato a mèra fantascienza.
Quello che invece conta, ciò che abbiamo il dovere di osservare è la realtà, ma ci hanno disabituato ad osservare, non abbiamo più il tempo di farlo. La stessa politica si è impossessata delle genti usando la medesima tattica (schema di provata e sicura vittoria!); difatti ogni partito (dal latino pars-partis: porzione, frazione, frammento) si rende depositario chi della giustizia, chi della democrazia, chi della solidarietà etc., unendo a se, o meglio dividendo per se, parte della popolazione sotto la spinta di un’idea. Ed io vedo qui un altro dei grandi trabocchetti che sono stati messi nel percorso umano; quel che conta sono le mete ed il lavoro da svolgere, le idee su come svolgerlo vengono dopo e con l’ausilio di professionisti onesti e preparati. Invece ogni partito spara idee ed ideali che a quanto ho avuto modo di vedere non si realizzano, o se si realizzano fanno acqua da tutte le parti. Questo accade perché il potere alimenta se stesso e poco gli importa di come lo fa; di contro gli uomini, provato che non ce né nessuno uguale all’altro, non possono avere tutti la stessa idea però, possono avere la stessa mèta. Non sarebbe quindi meglio che gli uomini fossero uniti dalla mèta e non divisi dall’idea? Riabituiamoci ad osservare, proviamo ad analizzare, anche se il sistema fa di tutto per deviare la nostra attenzione con le armi che oramai percepiamo come benessere. Ma la politica, i partiti, le fazioni non sono nient’altro che i cani da guardia di un padrone che non ha colore, o meglio uno ce l’ha ed è il colore dei soldi, la finanza alla quale abbiamo ceduto tutti i nostri diritti, il nostro tempo e le nostre vite. Le menti degli uomini sono state anestetizzate da problemi fittizi e falsi bisogni sotto il grido di “panem et circenses”.
©Paola Sanginesi